Scritti e riflessioni di Rita Pagura in Del Col

 


L'omelia

Siamo qui per dare il nostro saluto a Rita: in questa chiesa in cui è venuta tante volte per pregare, per partecipare all'Eucarestia, in questa chiesa che era la sua casa e dunque aveva un posto, che era il suo.
Siamo qui per riconoscere in lei Marta e Maria.Marta, la donna generosa ed operosa, solida, intenta al lavoro quotidiano e alle opere della carità. Marta, la donna accogliente che si da da fare per preparare un ristoro a Gesù, quando giunge ospite in casa sua. Così Rita è stata Marta: una Marta piena di entusiasmo e di disponibilità, una Marta che si alzava all'alba per attendere alle incombenze della sua casa e alla coltivazione dei campi, una Marta piena di attenzioni per coloro che sono poveri, una Marta generosa e discreta nel compiere il suo bene.
Ma Rita è stata anche Maria: Maria che si ferma ai piedi di Gesù perché in quel momento il Maestro ha desiderio di essere ascoltato e compreso. Maria che intuisce il tempo in cui le mani si devono fermare e il cuore deve concentrarsi sulla parola che la raggiunge, una parola piena di amore. Abbiamo incontrato Rita nelle celebrazioni domenicali e feriali dell'Eucarestia, ma anche nella recita dei Vesperi il pomeriggio della domenica, negli incontri interf amiliari, nelle riunioni di approfondimento biblico o catechistico.
Rita non è stata solo Marta e Maria.
Ha avuto il dono di partecipare alla stagione piena di vita del rinnovamento conciliare. E vi ha aderito con impegno e con un cuore ardente.
Per questo è stata la donna dell'antico, della tradizione robusta che l'aveva generata alla fede, ma anche la donna del nuovo, delle scelte compiute dalla Chiesa in Italia in ordine all'evangelizzazione e di quelle formulate dall'Azione Cattolica nella sua nuova impostazione.
Donna dell'antico, di quelle virtù che recano il profumo della sobrietà e della fedeltà, della preghiera con cui si inizia e si termina la giornata, del Rosario che accompagna il muoversi operoso delle mani. Donna dell'antico, che apprezzava le radici della fede, l'esempio di coloro che gliela avevano trasmessa, e il patrimonio prezioso di tanti cristiani e cristiane che ci hanno preceduto,
Ma anche donna del nuovo, cosciente della dignità di ogni battezzato e dei compiti affidati al laicato, pronta a coHaborare, senza risparmiarsi, ma anche offrendo il riscontro di una parola franca e schietta. Era donna che non rinunciava ad esprimere il suo punto di vista, ma sapeva anche accettare quello degli altri. La generosità la portava forse talvolta ad essere impetuosa e impulsiva come ha lei stessa riconosciuto nel suo testamento spirituale - ma poiché era un atteggiamento che nasceva dall'amore, sapeva anche accompagnarlo con una disponibilità, piena di delicatezza.

Sposa e madre, ha vissuto per la sua famiglia, a cui ha donato un amore che si rendeva manifesto nei gesti semplici della vita quotidiana.
Credente, ha assunto in pieno le sue responsabilità di cristiana impegnata nel movimento di Azione Cattolica e nelle molteplici iniziative di solidarietà e di approfondimento della fede.
Ora, mentre formuliamo il nostro "arnvederci", sappiamo di non averla perduta: un giorno la ritroveremo presso Dio, nella sua gioia e nella sua pace.
don Roberto Laurlta, parroco