DISCORSO 
          AL 1° INCONTRO DIOCESANO DELLA TERZA ETÀ' DI AZIONE CATTOLICA
          Vorrei cominciare questo nostro incontro con una frase di Gesù. 
          Lui ha detto: "Quando due o tré sono riuniti nel mio nome, 
          io sono in mezzo a loro". Immaginate: siamo qui in tanti con lui, 
          e lui lavora con noi. Sono certa che ritorneremo da questo incontro 
          più ricchi dentro proprio per la sua presenza.
          Noi siamo vecchi, che vuoi dire vissuti, non logorati, e nell'anima 
          ci sentiamo ancora vivi. Siamo all'alba del tramonto, perciò 
          sempre in attività e, per dirla con le parole di un personaggio 
          famoso, Igìno Giordani, siamo in noviziato per i ( Paradiso. 
          Questo non deve essere motivo di tristezza, ma di consolazione, perché 
          Gesù ha detto: "Vado a prepararvi un posto".
          Proprio dal Nuovo Catechismo ci viene l'incoraggiamento a migliorarci 
          sempre fino all'ultimo giorno, fino all'ultimo momento. "Siate 
          uomini nuovi", questo è il titolo del catechismo per gli 
          adulti. Ma come fare? Mi permetto di raccontarvi l'esperienza che facciamo 
          a Casarsa. Sicuramente molti di voi potrebbero essere al mio posto e 
          raccontare come vivono l'invito di Gesù ad essere uomini nuovi.
          Noi adulti della terza età della parrocchia ogni domenica pomeriggio 
          ci incontriamo per pregare, cantiamo i vespri, recitiamo il Rosario 
          e una volta al mese meditiamo sulla Parola di vita e approfondiamo un 
          po' del Nuovo Catechismo. Ci doniamo, se ci sono, le esperienze. Questo 
          assieme al sacerdote, ma se lui non può venire andiamo avanti 
          noi. La responsabile fa l'aggiornamento e alla fine vediamo le cose 
          pratiche, ammalati da visitare, necessità della parrocchia e 
          altro. Ci distribuiamo il lavoro e torniamo alte nostre case più 
          vivi per la presenza di Gesù tra noi, perché non ci sentiamo 
          soli, perché altri hanno bisogno di noi, ma più di tutto 
          perché ci sentiamo nella volontà di Dio che ci vuole uomini 
          nuovi.
          Vorrei con questa esperienza sottolineare l'importanza del trovarsi 
          e la proposta per chi ancora non lo fa di cominciare lì, nella 
          propria parrocchia, anche se sembra di essere incompresi, ricordandoci 
          che dobbiamo andare per amare, non per essere amati. La gioia più 
          grande viene dal dare, dando per amore.
          
        DISCORSO PER LA 
          FESTA DELL'ADESIONE del 1988
          Carissimi tutti, grazie per avermi aspettata e aver rimandato a oggi 
          questa festa del tesseramento, come si diceva una volta, ma ora che 
          siamo più maturi chiamiamo dell'adesione.
          
          Sono certa che Maria apprezzerà questo atto d'amore che avete 
          avuto per me e sarà contenta perché la festa dell'Immacolata 
          continua. Sono contenta di essere tornata tra voi grazie anche alle 
          vostre preghiere.
          Veniamo al concreto: aderire alFAC non vuoi dire soltanto avere un tagliando 
          di carta, ma bensì impegno nella Parrocchia e in Diocesi:
          questo si chiama partecipazione. Nel Sinodo dei Vescovi sui laici si 
          è sottolineato l'importanza e la validità dell'AC nella 
          Chiesa;
          come conseguenza ci dovremmo sentire maggiormente incoraggiati a questa 
          partecipazione. Non è mio compito fare prediche, ma nella nostra 
          società secolarizzata noi proponiamo un nuovo stile di vita. 
          Cristo princìpio e fonte che caratterizza l'esistenza del cristiano 
          e trasforma il cuore e l'agire dell'uomo. Perché questa trasformazione 
          avvenga, dobbiamo ricordarci sempre che Dio è amore, che Lui 
          ci ama più di quanto
          ci amiamo noi stessi e, se vogliamo vederlo sorridere, dobbiamo solo 
          fare quanto Gesù ci ha insegnato. E Lui ci ha insegnato l'amore, 
          amore che è solidarietà e servizio al prossimo; e come 
          conseguenza di questo agire, diventiamo comunità e suoi testimoni. 
          E' Lui che dice: "Voi siete il sale del mondo", "voi 
          siete la luce del mondo, cosi risplenda la vostra luce davanti agli 
          uomini e vedano le vostre opere e rendano gloria al Padre nostro che 
          è nei cicli". Aiutiamoci dunque a dimostrare che lo amiamo 
          e non abbiamo paura, come dice il Papa, di vivere di Lui, di parlare 
          di Lui e farlo sentire vicino ad
          ogni uomo.
          Vorrei ora donarvi l'esperienza del lungo periodo che sono stata all'ospedale. 
          Ho potuto capire tante cose:
          1) la forza che viene da Gesù in croce. Avevo il crocefisso davanti 
          agli occhi e dicevo: Lui ha sofferto più di me e anche per me. 
          Questo mi dava coraggio e mi aiutava a capire il valore della sofferenza 
          e anche che il mio dolore potevo offrirlo per tante persone e tante 
          intenzioni; e questo, attimo dopo attimo, facendo il più possìbile 
          la volontà di Dio che mi veniva espressa di volta in volta. Così 
          facendo, non avevo tempo di farmi prendere dall'angoscia e dalia paura 
          della malattia. Chi mi avvicinava mi trovava nella gioia. Vi assicuro 
          che era la gioia promessa da Dio a chi lo ama.
          2) Ho capito anche il valore della preghiera. Ricevevo tutte le mattine 
          il Gesù Eucaristico e con Luì la giornata cominciava bene; 
          poi recitavo le Lodi, il Rosario e pregavo, così capivo il dono 
          immenso che Dio mi faceva, vedendo e sentendo gli altri ammalati che 
          vivevano con la paura della sofferenza e della morte, si chiudevano 
          in se stessi e nel loro dolore. 
          Ho ascoltato in quei giorni tanto dolore e tanta solitudine, mi sono 
          prodigata per portare un po' di serenità in quelle persone. Non 
          so se ci sono riuscita:
          quello che so con certezza e che ho potuto toccare con mano quella frase 
          del Vangelo dove dice: "II mìo giogo è leggero e 
          soave". Ogni prova della vita vissuta in Lui, per Lui, con Lui, 
          diventa leggera e soave anche quando umanamente è molto dolorosa.
          3) e ultimo pensiero. Ho letto una poesia di Sartre su Maria, una frase 
          mi ha colpita: nessuna creatura è stata come Lei, che ha potuto 
          stringere Dio Gesù al suo cuore per donarlo poi a noi. E noi 
          siamo fortunati perché, come Maria, nell'Eucarestia possiamo 
          stringerlo al nostro cuore e portarlo nel mondo. Facciamo tesoro di 
          questo mistero e seguiamo il Signore nella gioia.
          Vii elogio per i giovani, che si sono moltipllcati: continuate sempre 
          meglio.
          
          LA 
          GIOIA NEL DARE
          Tutte le persone che incontrerò e che mi avvicineranno tè 
          ascolterò e cercherò di amarle come ami Tu, cioè 
          senza pensare se meritano o meno, se sono simpatiche o antipatiche.
          Gioire con chi gioisce, soffrire con chi soffre. Farmi uno con loro 
          per portarli a Tè. Amare senza nulla aspettare in cambio: allora 
          si sente la gioia nel dare, altrimenti se l'altra parte non corrisponde, 
          si sta sempre nell'attesa che venga il ricambio, cioè viene da 
          criticare, e si sta male,
          Gesù ha anche detto: "chi vuoi venire dietro a me, rinneghi 
          se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua". Rinnegare 
          se stessi: perdere i propri punti di vista, per fare quelli degli altri, 
          sempre in ordine a Lui, Quello che più costa, farlo con gioia. 
          Partire dal di dentro, essere convìnti
          che il perdere per fare contento l'altro è fare quello che più 
          piace a Lui.
          Nel dolore, quando arriva, ecco la salvezza. Non dire: "Perché 
          a me?".
          Sono dei momenti che sembra di essere schiacciati, che tutto crolli. 
          Se siamo attenti, questo Tu lo vuoi, tè lo offro, aiutami, perché 
          da sola non riesco ad andare avanti. Gesù ha detto nell'Orto 
          degli Ulivi: Tassi da me questo calice, ma la tua volontà, o 
          Padre, sia fatta".
          A ogni giorno basti il suo affanno, non pensare a quello di ieri, perché 
          quello che è passato e quello di domani non è in nostro 
          possesso.
          Il presente viverlo bene, solennemente. Noi siamo tentati di vivere 
          dei ricordi passati, di parlare lamentandoci del presente: con ciò 
          non costruiremo
          nulla. Invece, se cerchiamo di vivere con umiltà, con amore, 
          con gioia il presente, costruiamo il grande avvenire e tendiamo alla 
          santità, a cui tutti siamo chiamati.
          Vivere Maria, come Lei ha detto il suo sì senza capire, nell'Annunciazione,
          accettando la volontà di Dio in tutta la sua vita.
        
          VERSO 
          L'INCONTRO CON IL SIGNORE
          Per me, arrivata alla méta di oltre 70 anni, la vita è 
          gioia, è una pienezza. Prima di tutto ringrazio il Signore di 
          tutti i benefici concessimi. Nella vita ho passato difficoltà, 
          dolori, consolazioni, gioie, ma con il sostegno della fede sono state 
          superate con serenità.
          La vita è bella, bisogna proiettarla verso gli altri nella solidarietà 
          del dare senza pretendere. Viene da sé il compenso. Non sono 
          mai sola e non soffro di solitudine, perché non so chi accontentare 
          prima.
          La morte non mi fa paura, perché il suo pensiero per me è 
          l'incontro con il Signore che mi ha accompagnato tutta la vita. Veniamo 
          da Dio e torniamo a Lui. Nella mia vita ho cercato di vivere nell'amore 
          di Dio e nell'amore del
          prossimo. Soffro e prego per le persone che hanno portato la nostra 
          amata patria a un degrado morale inimmaginabile, economico, ecc.
          Partecipo attivamente alla vita associativa e assieme si progredisce 
          e si vive con pienezza.